Una storiografia del design Milanocentrica ha spesso ignorato quello che hanno prodotto progettisti e industrie dell’arredamento di altre regioni italiane, se pure con modalità e caratteristiche del tutto particolari. Un importante case-study che riemerge dall’oblìo grazie all’insindacabile giudizio di aste e collezionisti – capaci di rivalutare autori e produttori ancora a distanza di decenni – è quello della MIM (acronimo di Mobili Italiani Moderni) della famiglia Fazioli, e in particolare dei suoi pezzi prodotti su disegno di Ico e Luisa Parisi. I due architetti e designer comaschi (ma Parisi era siciliano di origine) risaltano tra gli altri progettisti MIM – come Gio Ponti, Luigi Pellegrin, Carlo Scarpa – per l’impostazione di vero disegno industriale, pur nell’alta qualità di esecuzione, con grande attenzione alla creazione di sistemi modulari, specialmente nei sistemi di librerie e contenitori. Autentici tour de force sull’idea di strutture dinamiche sono poi le ormai rarissime scrivanie. Il tutto sempre in collaborazione con Ennio Fazioli, che ha disegnato anche diversi pezzi.