disegno. la nuova cultura industriale è una rivista semestrale su design, costruzioni, arti e media, diretta da Stefano Casciani. Nei suoi anni di pubblicazione disegno si è confermato come il fenomeno più innovativo nel campo delle riviste indipendenti di progetto, affrontando le questioni centrali poste dal mercato di immagini e oggetti. Si sono così indagate personalità, strategie imprenditoriali, motivazioni nel design dei prodotti, materiali, sistemi costruttivi, attraverso uno speciale linguaggio scritto e visivo, per approfondire le idee e le responsabilità culturali di imprese e progettisti nel definire il nuovo mondo costruito artificiale. Distribuita in libreria, disegno ha assunto lo status di medium a metà tra la rivista e il libro, così da rimanere come testo di riferimento indipendentemente dall’attualità dei temi e degli autori trattati, con la gradita sorpresa di essere molto seguito soprattutto dai giovani professionisti e creativi, alla ricerca di contenuti innovativi anche se nel filone della tradizione del design italiano. Il progetto e la pubblicazione sono sostenuti da aziende e industrie con cui si è creata un’utile collaborazione nella definizione dei contenuti, nella convinzione che un’alleanza con le imprese sia necessaria per una comunicazione efficace, con solide radici nella cultura industriale.
Con questo Numero Speciale vol 7/8 dell’estate 2022 (uscito in occasione del primo Salone del Mobile/Milano Design Week dopo il fermo dovuto alla pandemia) disegno si presenta rinnovato nel format, nell’impianto grafico e nei contenuti, con 8 pagine in più e una cover speciale “bianco su bianco” a conclusione del ciclo cromatico dei precedenti numeri.
Nel numero scorrono autori e temi che vanno dal Robot-Artista AiDa alla rivoluzione strategica dell’industria della luce Flos, dal manifesto SEED di Margaritelli e Tortoioli Ricci per un design sostenibile allo scoop sul pioniere modernista Gino Maggioni, fino al Portfolio degli oggetti di Stefano Casciani per Edition Gabi Faeh – con le foto di Bruell e Lütscher e uno scritto accattivante del gallerista Massimo Minini. Il tutto – senza escludere nuovi talenti come Chiara Andreatti – è introdotto dall’editoriale Autobiografia impossibile del Green Design: un ironico commento sull’ecologismo a buon mercato,quando è chiaro ormai che un equilibrio ambientale non può prescindere da un riequilibrio sociale, economico e politico del Pianeta.
Incentrato sul ruolo delle personalità individuali, della coscienza sociale ambientalista, sui dilemmi della robotica, sulla memoria delle forme anche nell’innovazione industriale, sul ruolo della storia e della politica nell’influenzare le scelte di programma e di progetto, disegno THE WHITE ISSUE è una nuova affascinante indagine sul futuro della cultura del design: sviluppata sempre con la modalità dell’ascolto partecipato di autori, produttori e utenti, in collaborazione con le imprese più innovative dell’industria italiana e le loro nuove forme di organizzazione.